San Giovanni Valdarno, Ex-ceramica,
Via Mannozzi
16- 25 dicembre 2011 - Inaugurazione venerdì 16 dicembre ore 18.30
PROROGATA FINO AL 22 GENNAIO 2012
La riconversione degli edifici fa parte della storia della nostra
architettura, è un patrimonio del nostro modo di costruire. Riconvertire
significa costruire, ed è ancora più interessante quando – come spesso
accade – l’edificio riconvertito, viene adibito ad altre funzioni, come in
questo caso, un’ ex-ceramica recuperata negli anni ottanta, ormai in stato
di abbandono, prende nuova vita sotto forma di centro di aggregazione e
come Temporary Art Center, sorta di vero e proprio centro d’arte e di
relazione. Questo progetto che opera una riconversione, se pur temporanea,
si trova a dover – in qualche modo- ricostruire un luogo, proprio come gli
artisti che sono chiamati a ricordarci l’esistenza di questi luoghi o a
dare forma alle proprie idee.
UTOPIA STATION
Stazione Utopia è un luogo di passaggio che produrrà, in tempo reale,
un’attività ben più complessa di una semplice mostra. La sua struttura
concettuale si presenta flessibile, ma la struttura progettata
appositamente in questa occasione sarà anche materiale. Sorgerà sotto
forma di una serie di contributi da parte di artisti e curatori di diverse
generazioni, che daranno vita ad un progetto flessibile, che non si
presenterà come un’opera finita ma come un progetto in divenire..
La Stazione diventerà un luogo di sosta, in cui fermarsi, riflettere,
ascoltare e vedere, riposare, parlare e fare scambi, completata dalla
presenza di persone e da un programma di eventi. Performance, concerti,
video e film, contribuiscono a definire la Stazione, tanto quanto i suoi
soggetti solidi. Nella Stazione, in questo periodo, verranno continuamente
aggiunti oggetti di ogni genere; la gente lascerà delle cose e ne porterà
via altre, ritornerà o non verrà mai più, ci saranno sempre persone che
vorranno lasciare troppo e altre che non sapranno cosa lasciare o cosa
dire. Queste sono le sfide per una Stazione Utopia allestita nel cuore di
una città, dagli effetti imprevedibili, in cui qualcosa che manca si
trasforma in qualcosa che eccede e il dubbio prodotto tra questi due
qualcosa sarà tanto significativo quanto qualsiasi idea di utopia. Queste
tensioni saranno le benvenute, come se si trattasse di ospiti.
La Stazione incorporerà materiali estetici, questioni estetiche, in
un’altra economia che non considera l’arte come una cosa inevitabilmente
dissociata, è qualcosa di più di un idea, per ricordarsi dell’esistenza di
un’inevitabile relazione tra le arti e il resto delle attività sociali.
Per ora ci incontriamo e lasciamo circolare molte idee sull’utopia e su
come sia necessario che essa ci sia, come un’elevazione, un’ulteriore
crescita dell’anima.
Un luogo in cui l’immaginazione possa espandersi, un luogo di finzione
come produttrice di realtà, qualcosa che proviene dall’esperienza stessa,
conoscenza e azione riunite insieme in modo da diventare indistinguibili,
l’insurrezione che si svuota nella costituzione. Usiamo l’utopia come
catalizzatore, un concetto utilissimo come carburante, lasciando ad altri
la definizione di utopia. Ci incontriamo per unire i nostri sforzi,
motivati dal bisogno di cambiare il paesaggio internamente ed
esternamente, dal bisogno di pensare, di integrare il lavoro di quegli
artisti, intellettuali e operai che siamo noi in un modello di comunità
più ampia, un altro tipo di economia, una conversazione allargata, un
altro modo di essere. Questo teatro delle relazioni si avvolge attorno a
visioni di mondi diversi ciascuno dei quali rappresenta un’isola, ognuno
dei quali però è una realtà concreta, piena di natura e di forza. Molte
cose accadranno in quel luogo e ne provocheranno altre.
exhibitions
ore 18.30 opening
the future is now [ the future is it]
Francescaes, Manuela Mancioppi, Giacomo Casprini, Janet Mullarney,
Lucia Baldini, Silvia Baglioni, Sergio Traquandi
a cura di casa masaccio arte contemporanea.
“Il futuro è ciò che costruiamo da ciò che ricordiamo del passato - Il
presente è il tempo della rivelazione istantanea". Sezione a inviti
dedicata ad alcuni artisti, che attraverso una serie di mezzi e tecniche
espressive, come video, foto, installazioni luminose, creeranno uno stile
visivo poetico che offre una lettura complessa della realtà
contemporanea.
Una piattaforma di lancio per i nuovi talenti dell’ultima generazione
artistica e un occasione per il pubblico e la critica di scoprire le nuove
tendenze che caratterizzano la scena artista contemporanea del
territorio.
L'odore del legno bruciato
Postcards from Beirut/Gea Brown, Michelangelo Consani, Leone Contini,
Fausto Falchi, Iacopo Seri
a cura di Vincenzo Estremo e Cristiano Magi
La dismissione delle attività produttive riduce i valori economici e
sociali di un territorio, drenando energie e vanificando le risorse
presenti. L’odore del legno bruciato è un evento che occupa
temporaneamente uno spazio e - attraverso la riflessione di alcuni artisti
- invita a ripensare il futuro, partendo proprio dall'oggetto di quelle
dimissioni. Gli spazi lasciati vuoti rivivono grazie a una riconversione
temporanea. Entrare fisicamente all'interno di uno spazio significa
prendere coscienza di uno stato di abbandono, misurarlo con i propri
passi, farne risuonare le pareti. Una fisicità che amplifica l'attenzione
sulla condizione attuale, senza far sì che questa scompaia all'interno
dell'universo retorico sulla crisi. L'arte collima con la politica, si
rivolge ai problemi della cittadinanza, contribuisce a rafforzare
l'infrastruttura intellettuale, pur rimanendo legata a linguaggi
universali. Un evento temporaneo, un' affresco vivido di un paesaggio in
continuo smottamento e l'individuazione di una necessità: costruire
un'alternativa concreta.
Orari mostre: feriali 15.00–19.00 – festivi 10.00-12.00/15.00-19.00
ore 21.00 events
Hydra - The series
la web serie girata e prodotta in Valdarno. Presentazione del progetto e
dei giovani ideatori e creatori della serie.
ore 22.00
Tomviolence
Il cinema del reale
Ex-ceramica, Via Mannozzi
16- 25 dicembre 2011
a cura dell’associazione culturale macma
Fuorimoda medio metraggio 50” ca
Il documentario racconta l’evoluzione del lavoro a Montevarchi a partire
dal dopoguerra fino ai giorni nostri.
Sguardi su Montevarchi – [appunti visivi e backstage]
cortometraggio 15” ca.
Il tema è il centro storico di Montevarchi affrontato da punti di vista
diversi e insoliti, e della realtà quotidiana che lo circonda.
Orario: feriali 15.00–19.00 – festivi 10.00-12.00/15.00-19.00 |