manicomio
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2001, installazione nel Centro Storico di Lastra a Signa (FI), “Invasioni”, 5-30 settembre 2001. | ||
gesso, ferro e vernice, h. 26 cm ca. ciascuna | ||
200 mani, 200 calchi fatti con guanti di lattice. 200 mani colorate divise in 3 sezioni-colori. Rosso,arancio,viola: i 3 colori del Mani-comio. Un gioco di mani, un gioco tra mani, un mani-polamento concettuale. Ogni mano esprime una propria unicità e una propria individualità, riconosciuto non solo dal movimento che rappresenta ma anche dal proprio codice di identificazione. I 3 gruppi sono così formati e suddivisi: gruppo 1 rosso dal MM0001 al MM0067; gruppo 2 arancio dal MM0068 al MM0134; gruppo 3 viola dal MM0135 al MM0200. Un lavoro in crescita, al quale si possono aggiungere altri gruppi, altri simili ma non uguali. |
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“Mani come segnali indicatori, mani sinonimo di manualità, mani forza lavoro, mani in atto di aiuto o di saluto, mani giuranti o benedicenti, oranti o mendicanti, “mani di gloria”, inquietanti presenze, retaggi di usanze medievali. Mani come codice linguistico universale. Mani, mani, mani oltre un centinaio, caratterizzate da colori di forte impatto visivo, dislocate in vari punti della città a costituire un percorso dal ritmo incalzante e ossessivo. Quello stesso ritmo che curiosamente si ritrova nel nome e nel cognome dell’artista, nell’allitterazione che rievoca l’etimologia latina del termine mano. Il lavoro di Manuela Mancioppi si basa sulla tematica del corpo umano inteso come porzione o frammento ma anche di una parte che sta per il tutto. Altra caratteristica dell’opera è la sensualità data in prevalenza dalla scelta dei materiali che rivestono i calchi in gesso: lattice o silicone. Inoltre anche la città può essere intesa come organismo vivente: si parla infatti di cuore per intenderne il centro pulsante. “Mettere le mani sulla/nella città” è anche un modo per riappropriarsi in maniera positiva e viscerale degli spazi urbani. Come afferma l’artista stessa: “il progetto parte da una riflessione sulla città, più precisamente da un bisogno di toccarla in ogni sua parte, di indicarne ogni suo movimento”. Patrizia Landi dal catalogo della mostra “Invasioni”, 2001, Lastra a Signa(FI). |
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MISSING PRESUMED |
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2001, intervento urbano a Lastra a Signa, Firenze, Arezzo. | ||
manifesti-volantini, 21x30 cm | ||
Un’estensione del lavoro MANI-COMIO, un intervento sulla città: manifesti per la ricerca delle mani scomparse. Un gioco concettuale-ironico di sorpresa per lo spettatore. Una foto che mostra le presunte mani scomparse, un testo che nomina tutti i codici di identificazione delle suddette, perché ogni mano-personaggio ha una propria individualità e unicità definita dal proprio nome-codice. |
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manicomio for peace |
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2002, THE PEACE HANDS installazione nel Centro Storico di Arezzo (Piazza Grande, Piazza San Francesco, Via del Corso, attività commerciali: Caffè dei Costanti, Grace Gallery, Coffee o’Clock, Caffè del Corso, Tabaccheria Scortecci, For Sale Stock-House, Luca Banelli, Caffè La Torre, Del Mecio, Carraturo Caffè), 3-7 luglio 2002. |
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gesso, ferro e vernice, h. 26 cm ca. ciascuna | ||
Le mani, quali primari simboli di messaggio, ne diffondono, in questa occasione, uno di pace. | ||
Una curiosità: nella produzione di “Mani-comio” l’ultimo numero raggiunto è “MM0718” | ||